Progettare per l’Utenza Ampliata

Che cosa significa “Progettare per l’Utenza Ampliata”?

Progettare per l’utenza ampliata significa adottare un approccio progettuale che mira a includere il maggior numero possibile di persone, tenendo conto della diversità di abilità, esperienze, età, culture e condizioni sociali. Questo concetto si discosta dalla visione tradizionale della progettazione, che spesso si concentra su un’utenza “media” o standard, per abbracciare invece una visione più ampia e inclusiva. 

Ma “progettare per tutti” non è affatto facile, al contrario rappresenta una sfida ambiziosa perché richiede di considerare il rapporto uomo/ambiente in funzione della complessità dell’utenza reale, espressione delle molteplici caratteristiche che l’essere umano può assumere o acquisire nel corso della vita. 

Questa sfida riguarda in prima persona l’architetto. Che è chiamato a cambiare approccio, staccandosi dalle soluzioni abituali e pensate per un “uomo standard” idealizzato e inesistente per scoprire la ricchezza e la varietà umana, che comprende anche le persone con disabilità, con caratteristiche ed esigenze diverse.

L’obiettivo principale è quindi creare prodotti, servizi, spazi e sistemi che siano accessibili, utilizzabili e fruibili da tutti, indipendentemente da eventuali limitazioni fisiche, sensoriali o cognitive.

In pratica, progettare per l’utenza ampliata non riguarda solo le persone con disabilità, ma considera anche chi si trova temporaneamente in situazioni di svantaggio, come una madre con un passeggino, una persona anziana, o qualcuno che affronta barriere linguistiche. 

Quali sono i principi della progettazione per l’utenza ampliata

Questo approccio richiede una profonda comprensione dei bisogni di utenti reali, ottenuta attraverso il confronto con le persone anche attraverso il supporto del terapista occupazionale. 

Le soluzioni progettuali devono essere flessibili, adattabili e in grado di soddisfare esigenze specifiche senza sacrificare l’estetica, la funzionalità o l’esperienza generale. Come sancito dai principi contenuti nel Manifesto del Progetto per l’Utenza Ampliata. (di HBgropu, anno 2001 G. Arduini, G. Del Zanna, S. Cobetta, S. Volpi, P. Bucciarelli).

  • Autonomia di utilizzo: la soluzione deve massimizzare la possibilità di utilizzo autonomo. 
  • Compatibilità: la soluzione deve essere compatibile (a livello dimensionale, sensoriale, cognitivo e culturale) con le caratteristiche dell’utente, e deve poter essere utilizzato anche qualora l’utente non presenti tutte le abilità funzionali e psichiche. 
  • Adattabilità e flessibilità: il prodotto deve poter essere adattato alle caratteristiche dell’utente, in relazione alle necessità che possono verificarsi nel corso dell’esistenza. 
  • Normalità di immagine: la soluzione preferibile è quella che risulta funzionale per molti senza essere connotata da un’immagine “negativa” e stigmatizzante. 
  • Semplicità di utilizzo: le soluzioni semplici risultano essere preferibili in quanto a durata e facilità di manutenzione: più un oggetto è semplice (concettualmente, nell’uso, nella percezione), maggiore è il numero di utenti in grado di fruirne. 
  • Buon rapporto qualità/prezzo: il prodotto finale deve garantire un buon rapporto qualità/prezzo. 
  • Sicurezza e affidabilità: il prodotto deve essere garantito per durare nel tempo e assicurare sicurezza di funzionamento, specie quando l’utente delega al prodotto lo svolgimento di importanti funzioni per la sua vita.